3° CONVEGNO NAZIONALE DI AGROECOLOGIA NECESSARIO SPINGERE L’ACCELERATORE DELLA TRANSIZIONE AGROECOLOGICA DELL’AGRICOLTURA IN ITALIA
Il Convegno nazionale di Agroecologia di Roma lancia un appello ai decisori politici, Associazioni agricole e altri attori sociali ed economici dei sistemi agroalimentari italiani: “Non rallentiamo il processo avviato dalla Commissione Europea per vincere le sfide di una vera transizione agroecologica in coerenza con gli obiettivi delle Strategie UE “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”
Si sono concluse le due intense giornate di lavoro del 3° Convegno nazionale di Agroecologia organizzato dall’Associazione Italiana di Agroecologia e dalla Coalizione Cambiamo Agricoltura, con il sostegno di Fondazione Cariplo, del WWF Italia, Slow Food Italia, Natura Si e AnaProBio; con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Media partner è Terra Nuova.
Oltre 60 esperti ed oltre 500 partecipanti in presenza e online, tra accademici e rappresentanti degli attori sociali ed economici dei sistemi agroalimentari italiani, si sono confrontati sul futuro dell’agricoltura nel nostro Paese e sul ruolo dell’Agroecologia nell’attuazione delle Strategie del Green Deal europeo per raccogliere idee e contributi per arrivare a definire una roadmap per l’Agroecologia in Italia, in grado di contribuire in modo concreto ed efficace a raggiungere gli obiettivi di una vera sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’agricoltura nazionale.
I partecipanti al Convegno hanno lanciato ai decisori politici, alle Associazioni agricole e a tutti gli attori economici e sociali dei sistemi agricoli e alimentari “made in Italy” un appello a spingere l’acceleratore della transizione agroecologica in Europa e in Italia, non ostacolando le proposte e iniziative della attuale Commissione europea per l’attuazione del Green Deal europeo. Preoccupano infatti i tentativi di ostacolare l’approvazione di importanti Regolamenti già in discussione nel Parlamento europeo, come il Regolamento SUR per la riduzione dell’uso dei pesticidi e il Regolamento per il restauro della natura, e già annunciati dalla Commissione Europea, come la Direttiva quadro sui Sistemi Alimentari Sostenibili, il Regolamento sulla tutela del suolo, la normativa europea sui nuovi OGM (NBT/TEA) e il Regolamento sulle sementi.
Nel 2024 sono fissate le elezioni europee ed è importante stringere i tempi per lasciare al nuovo Parlamento europeo e alla prossima Commissione gli strumenti necessari per proseguire il processo di cambiamento dei modelli di produzione agricola e consumo alimentare, verso una maggiore sostenibilità.
Nel documento allegato sono riassunti i risultati delle sessioni di lavoro, ad iniziare dall’attenzione che deve essere dedicata ai giovani, ricercatori e agricoltori, ai quali devono essere offerte opportunità di formazione, lasciando spazio per i sogni e le legittime aspirazioni per un loro futuro sostenibile.
Forte anche il messaggio sulla centralità per l’agroecologia delle agricolture di tipo biologico a cui deve tendere la transizione agroecologica del settore primario, e che hanno nello stesso tempo anch’esse bisogno di ricerca e innovazione, da cui vanno in ogni modo esclusi i nuovi OGM (NGT, NBT o TEA), incompatibili con l’agroecologia tutta.
Uno dei nodi chiave dell’agroecologia è la valorizzazione dei processi sociali nella progettazione e gestione di sistemi agro-alimentari sostenibili e la ricerca di modelli che mettano in opera le capacità collettive degli agricoltori e gli approcci di comunità. Vi è la necessita di costituire un patto etico-sociale tra tutti gli attori del settore agro-alimentare per accompagnare gli agricoltori nei percorsi di transizione ecologica a livello di assistenza tecnica e a livello di sostenibilità economica.
Un altro dei nodi chiave dell’agroecologia, più volte ribadito, è la conservazione della biodiversità a tutte le scale, agricola, selvatica e di paesaggio. Solo preservando e ripristinando il capitale naturale si potrà garantire la sicurezza alimentare a lungo termine. Tema legato anche al concetto di global health secondo cui la salute individuale, quella degli ecosistemi e quella dell’intero sistema terrestre sono legate in modo indissolubile.
Salute che non può che passare dalla riduzione di tutti gli input chimici di sintesi. Le esperienze agroecologiche in corso e consolidate offrono già una pluralità di metodi e approcci alternativi, ma occorre proseguire e implementare la ricerca scientifica, ad esempio sul tema del biocontrollo dei parassiti e patogeni, garantendo una adeguata formazione, informazione ed assistenza tecnica alle aziende agricole.
I lavori del convegno non potevano non affrontare l’attuale e urgente tema dei cambiamenti climatici. Anche in questo caso i modelli agroecologici forniscono una risposta per mitigare e adattarsi a questo fenomeno, come pratiche rispettose dell’ecologia del suolo, nonché un cambio di modello da una zootecnia intensiva a specializzata ad un sistema agrozootecnico in grado di mantenere la massima autosufficienza alimentare e una corretta restituzione al suolo dei nutrienti.
Infine il convegno ha messo in luce come per una risposta alle criticità e vulnerabilità del sistema agro-alimentare globale sia fondamentale la ricostruzione dei sistemi agroalimentari su scala locale, che tengono insieme il necessario cambiamento delle pratiche di produzione, distribuzione e consumo, con la costruzione e condivisione di nuovi sistemi di conoscenza.