Sicurezza alimentare e protezione dell'ambiente, perché ora non sono in conflitto?
RIPORTIAMO DI SEGUITO L’APPROFONDIMENTO PUBBLICATO SUL PORTALE DI TERRA! E FRUTTO DI UN LAVORO
COLLETTIVO SVOLTO DA RICERCATRICI, RICERCATORI E CAMPAIGNER DI TERRA!, GREENPEACE, FAIRWATCH E LIPU E MIRA A FORNIRE RISPOSTE E PROPOSTE PER EVITARE CHE LA GUERRA IN UCRAINA VENGA STRUMENTALIZZATA CON L’OBIETTIVO DI INDEBOLIRE O SVUOTARE LE POLITICHE PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA DELL’AGRICOLTURA.
Nelle ultime settimane il conflitto in Ucraina ha acceso un grande dibattito sulla possibilità che il cibo scarseggi sulle nostre tavole e sulla necessità di intensificare la produzione di alcune materie prime sul nostro territorio, per evitare la dipendenza da paesi terzi le cui tensioni possono compromettere gli approvvigionamenti. Ucraina e Russia sono infatti grandi esportatori di cereali e oli vegetali, il che avrà conseguenze negative sulle forniture globali. I due paesi coprono il 30% del commercio globale di grano tenero, il 32% di orzo, il 17% di mais e oltre il 50% di olio di girasole, semi e farine di semi di girasole. Diversi paesi in Medio Oriente e Nord Africa importano oltre il 50% del loro fabbisogno di cereali e gran parte di grano e orzo dall’Ucraina e dalla Russia. L’Ucraina è poi un importante fornitore di mais per l’Unione Europea e la Cina, così come per diversi mercati nordafricani tra cui Egitto e Libia.
Tuttavia, questi numeri vanno messi in prospettiva e nel loro contesto, perché sono il frutto di fattori diversi, strutturali e precedenti il conflitto in atto, mentre vengono utilizzati anche in maniera strumentale dalle lobby agroindustriali, influenzando la politica e preoccupando i consumatori con una retorica che vorrebbe la guerra in Ucraina come potenziale causa di una carestia in Europa e principale responsabile dell’aumento dei prezzi del cibo.
Non è così. In questo documento alcune domande chiave chiariscono perché